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martedì 24 maggio 2011

Apertura del Centro Visite

INAUGURAZIONE
CENTRO VISITE DEL PARCO
Migliarino San Rossore Massaciuccoli
Villa Borbone
Viale dei Tigli, Viareggio
Sabato 28 maggio 2011
 

Programma:

Ore 10 saluti:
Elisabetta Norci – Vice Presidente Ente Parco Regionale Migliarino
San Rossore Massaciuccoli
Luca Lunardini – Sindaco di Viareggio
Stefano Baccelli – Presidente della Provincia di Lucca
Antonio Tedeschi – Assessore del Comune di Viareggio

Ore 10.30 interventi:
Carlo Galletti – Consigliere direttivo Ente Parco
Letizia Debetto – Presidente Circolo Legambiente Versilia

Ore 11.00 conclusioni:
Sergio Paglialunga - Direttore Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli

Taglio del nastro

Ore 11.15 Merenda con prodotti tipici del Parco

Ore 12.00 VISITA DEL GIARDINO E DELLA VILLA - ATTIVITA’ LUDICHE PER LE SCOLARESCHE E LE FAMIGLIE PRESENTI

Ore 17.30 Visita guidata al Sentiero della Lecciona con partenza dal Centro Visite

Nelle sale del Centro Visita saranno esposti i lavori svolti dai bambini che hanno partecipato ai progetti di Educazione Ambientale proposti alle scuole di Viareggio nell’a.s. 2010/2011.

PS: a coloro che parteciperanno alla visita guidata sarà offerto un buffet.

domenica 15 maggio 2011

Macchia Lucchese e Pineta di Levante: non è certo la fine!

Il polmone verde che unisce Viareggio a Torre del Lago è tutto un rigoglio di vita. In ogni dove nuove piantine crescono: lecci, farnie, ontani, frassini, viburni, pioppi, salici, biancospini, alaterni, corbezzoli, filliree e perfino nuovi pini (soprattutto pini marittimi) occupano gli spazi lasciati liberi da vecchie piante ormai giunte alla fine del loro ciclo vitale (il pino domestico vive al massimo 180 anni e già dagli 80 entra nella fase di senescenza). Il bosco non è infatti soltanto un insieme di alberi, ma è un “organismo” vivo che cambia e si evolve nel tempo.

Le pinete della Macchia Lucchese si mantengono identiche negli anni tramite interventi di abbattimento e ripiantumazione (cicli di 80 anni circa) soltanto poichè sono il risultato di coltivazioni.

La recente invasione di Matsucoccus feytaudi, che ha investito l’intera Toscana, è la riprova di quanto gli ambienti artificiali (perciò poveri di biodiversità) siano facilmente esposti alle malattie. La gestione di tali fenomeni biologici risulta particolarmente difficile: ad oggi, nel parco sono presenti trappole a feromoni, costituite da grandi teli di plastica viscosi (evidenti anche ad un occhio inesperto), per la cattura di esemplari maschi appartenenti a questa specie, unico metodo utilizzabile per rallentare l’espansione dell’insetto infestante e per salvaguardare le piante.

Il trappolaggio, realizzato nella Macchia Lucchese, ha permesso di mantenere integra la pineta di pino marittimo, diversamente da quanto accaduto in altre aree della Toscana (Cerbaie, Monti Pisani, ecc...) o, in generale, in tutte le coste mediterranee dove il degrado è stato molto rapido; da sottolineare il fatto che le larve di Matsucoccus hanno la capacità di uccidere un pino in soli 3 anni.

Il metodo utilizzato nel Parco risulta, ad ogni modo, molto costoso e non completamente risolutivo, meglio sarebbe assecondare la normale evoluzione del bosco, anche con interventi mirati ad aumentarne la biodiversità: a questo proposito, nella Macchia Lucchese, sono già in atto interventi di piantumazione di lecci volti a guidare una evoluzione graduale verso il bosco naturale senza drastiche riduzioni di biodiversità.

Il nostro è un territorio variegato: alcune aree, i tomboli, rimangono sempre asciutte; altre, le lame, rimangono per lunghi mesi sommerse da qualche metro di acqua: una ricchezza di ambienti unica che sarebbe insensato perdere per dare spazio ad un’unica monocultura di pino.

Per quanto riguarda la diffusione delle zanzare, le zone allagate (lame e fossi di scolo), a dispetto di quanto molti pensino, rappresentano aeree a basso impatto: la presenza di anfibi (rane, rospi, tritoni, salamandre) riduce sensibilmente la proliferazione delle stesse. Come è noto, le zanzare, depongono le uova nei ristagni ed una larva ha bisogno di meno di 2 cm d’acqua per crescere e svilupparsi in adulto. Si può dunque facilmente dedurre che è impossibile impedirne il moltiplicarsi, soprattutto se si considera che, fatte le precedenti considerazioni, l’ambiente favorito dagli individui per la deposizione non è rappresentato dalle lame bensì da pozzanghere e sottovasi distribuiti nelle case.

In poche parole, un po’ di senso civico aiuterebbe a ridurre la presenza di zanzare nelle aree dove l’umidità ne favorisce di per sè la diffusione, lo stesso senso civico che manca, e che dovrebbe indurre tutti coloro che visitano un bosco a riportare a casa i propri rifiuti.

Senza dubbio, sarebbe anche necessario un maggior rigore nella vigilanza sull’area, per far sì che il regolamento scritto per la tutela della tenuta Borbone venga messo in pratica.

Per concludere, vorremmo sottolineare il fatto che la pineta di levante sta tutt’altro che morendo. Proprio da gennaio, la nostra Macchia Lucchese è stata oggetto di studio da parte di intere classi di studenti delle scuole di Viareggio (ben 22 classi), Pontasserchio, Massa, Torino, Firenze. Presso la Villa Borbone sono stati organizzati laboratori di educazione ambientale per stimolare i ragazzi alla conservazione del proprio territorio ed eventi tematici che richiamavano le tradizioni di Viareggio cui la popolazione ha partecipato con entusiasmo.

Per l’estate 2011, come già per l’anno passato, sono previste giornate di pulizia realizzate da ragazzi provenienti dagli USA, esempio del comportamento che tutti noi (cittadini per primi) dovremmo adottare nei confronti della natura.

Presto verrà inoltre inaugurato un sentiero didattico accessibile a tutti, con ponticelli che attraverseranno le lame, punti panoramici e cartelli esplicativi.

Infine, da ricordarsi che nel corso delle ultime settimane di Maggio, durante la Festa del Parco, si svolgeranno diverse manifestazioni (Bat Night, Maratona fotografica, Escursioni guidate) volte alla riscoperta della Macchia Lucchese, convinti che la conoscenza sia il primo passo per la comprensione e il rispetto dell’ambiente naturale.

Giacomo Grasseschi
Elena Cupisti
Elisa Bresciani